"Balena"

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    Balena

    Balena di Giulia Muscatelli



    Benvenute e benvenuti nel forum del “Circolo dei Lettori creativi”!
    Sette anni dopo la scelta di attribuirci, come Lettrici e Lettori, l’aggettivo “creativi”, desidero ricordare, soprattutto ai più giovani tra voi, quale significato gli attribuisca Marcello Fois nel suo Manuale di lettura creativa:
    “Diventare un lettore creativo significa essere disponibili a dare il proprio contributo al libro che si sta leggendo, appropriarsene senza alcun complesso di inferiorità, ma neanche di superiorità, metterlo in gioco rispetto alla propria vita, concepire connessioni che derivano dalla propria specifica esperienza.”
    Questo atteggiamento attivo, aperto, capace di entrare in risonanza con il libro che si sta leggendo, risulta tanto più naturale quanto più la storia è vicina alla nostre esperienze, per il suo contesto, o per i personaggi e le situazioni in cui essi si trovano ad agire. Per questo credo che Balena offra buoni spunti di immedesimazione e riflessione: “è la storia di un corpo che cambia e diventa gigantesco, ma è anche la storia di una donna che si riappropria di sé grazie a quel corpo”. Un racconto di formazione, dunque, una metamorfosi dolorosa che parte da una perdita per giungere ad una riconquista: una storia a lieto fine? Sicuramente si tratta di un sofferto percorso individuale, ma intorno a Giulia c’è la famiglia, c’è la scuola, ci sono le relazioni e la comunicazione sociale: in che modo interagiscono questi elementi? Avrebbero potuto interagire in modo diverso?
    Ha senso chiederselo, e non è un semplice esercizio di immaginazione, perché, non dimentichiamolo, parleremo di una storia vera.
     
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    In questo momento su questa piazza virtuale sono presenti ventitrè lettrici e lettori: siete puntualissimi!
    Chi vuole fare il primo passo?
     
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    “Allarga le braccia nell’aria, fa un respiro. <<e adesso,>> dice, <<senza esitazione e senza dimenticarci di sorridere, controlliamo il nostro peso. Ma ricordate cosa vi dico sempre? É solo un numero, nessuno può misurare il peso della nostra anima, quello che davvero conta>>.” (pag. 86)

    La protagonista, Giulia Muscatelli, ovvero l’autrice del libro “Balena”, riesce a superare la perdita del padre che per lei era molto importante ed essenziale per la sua formazione. Attraversa un periodo difficile negli anni delle medie e non si sente bene con il suo corpo; però con il passare del tempo, Giulia, con l’aiuto di sua madre, ha fatto del proprio corpo una corazza, una cosa di cui non vergognarsi e non sentirsi “diversa”, ma bensì fiera.
    Ritengo sia un romanzo molto attuale e molto vicino a noi, proprio per questo riesce a sensibilizzare sul tema e sulla necessità di non sottovalutarlo.

    Binaco Alicia 3^AL

    Edited by Alicia Binaco - 17/1/2024, 16:25
     
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    Foglino Nicole 3^A scienze umane

    Dopo la lettura del libro "Balena" di Giulia Muscatelli sono rimasta molto colpita sia dal modo in cui l'autrice scrive, sia dalla storia stessa.
    La sua storia è stata per me molto influenzante dal punto di vista emotivo in quanto sotto certi aspetti mi rivedo in lei.
    Secondo il mio parere ha molto influito il modo in cui Giulia ha strutturato i capitoli, facendoci andare indietro nel tempo e riportandoci alla realtà in poche frasi, in modo da renderci più facile la sua comprensione.
    Mi ha molto toccato la frase "Forse è stato così che le due me si sono unite e mischiate; ma anche se sono diventata un'unica donna, sono rimasta doppia". (Pagina 139)
    Questo periodo riassume perfettamente il suo percorso, dalla morte di suo padre ai giorni odierni; il modo in cui lei si senta ancora adesso divisa in due persone diverse che condividono lo stesso corpo mi ha fatto notare come le cicatrici rimangono su di noi per tutta la vita ricordandoci sempre un periodo buio che nonostante tutto siamo riusciti ad affrontare, ad andare avanti.
     
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    Balena" mi ha parecchio stupita.
    Inizialmente credevo fosse una classica storia legata a disturbi alimentari, senza nulla togliere a tutti coloro che hanno sofferto o stanno soffrendo di questo tipo di problema, ma continuando la lettura e immergendomi, pagina dopo pagina, nella storia dell'autrice sono stata molto colpita.
    Giulia Muscatelli ci introduce la relazione che aveva con il padre prima che quest'ultimo avesse quel terribile incidente che l'ha portato alla morte. Molti sono i flashback della sua infanzia che sembra ricordare con notevole nostalgia, ma anche con un pizzico di amarezza. Un amore e una complicità paterni che sono mancati nel poco tempo che suo padre le è stato vicino, ma la sua assenza è in ogni caso così pesante da creare un vuoto che deve essere riempito. <<È assurdo che qualcuno muoia e i suoi oggetti non vengano avvisati: ogni cosa dovrebbe evaporare alla morte di una persona, esplodere, non lasciare a chi rimane il peso di osservare ciò che resta di chi invece non c'è più>>. È interessante sottolineare come l'autrice abbia reagito a questa mancanza: nel modo che l'ha portata a essere "Balena".
    Spesso si è troppo superficiali: se una persona è in sovrappeso si da colpa semplicemente ad una fame insaziabile e ad una dieta squilibrata. In realtà dietro a qualche chilogrammo di troppo potrebbe esserci ben altro.

    Stralla Sofia 3^BL
     
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    "Sempre dopo però, mai durante, mentre mangio mi sento felice, quasi euforica. Il cibo mi riempie, mi scalda, mi fa sentire bene. Forse mi costringo ad ingurgitare tutto solo per questo, per essere sicura di provare vergogna e quindi di non essere un animale. Più loro mi chiamano Balena, più io lo divento.
    Fino a quando non comprendo più se quel nome, Balena, viene da me o da loro. Di chi è la colpa? Mia? Di Anna e Gaia? Di mia madre? Sua, di mio padre?" (pag. 73)

    La protagonista inizia a mangiare senza freno dopo la morte del padre, proprio come se lei stessa dovesse riempire la mancanza del corpo del genitore. Viene soprannominata Balena dalle compagne, e alla fine si immedesima davvero in quell'animale.
    Un libro profondo e illuminante, che va a toccare in forma biografica un argomento delicato come quello dei disturbi alimentari (argomento, purtroppo, ancora troppo poco discusso e trattato).
     
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    Grazie Alicia per aver rotto il ghiaccio!
    Mi fa piacere risentire la tua voce su questo forum. La citazione che hai scelto mette immediatamente a fuoco il tema centrale del libro, che è, appunto, "la storia di un corpo", ma è anche uno stimolo alla riflessione: è facile trattare con disinvoltura e sicurezza il proprio peso corporeo, quando la bilancia segna "49" (p. 86)
     
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    Secondo me, questo libro è ricco di significato e, pagina dopo pagina, mi ha proposto nuovi temi importanti su cui riflettere come il confronto con gli altri, l'amicizia, la vera paura e la percezione del proprio aspetto fisico.
    La frase che più in assoluto mi ha toccato è stata "PIÙ LORO MI CHIAMANO BALENA, PIÙ LO DIVENTO" e da queste poche parole si può comprendere come gli individui che ci circondano possano manipolarci e farci pesare chi siamo davvero, quasi trovando il modo per farci crollare.
     
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    Miriam Gallo 3^A scienze umane

    Questo romanzo, per me, è stato molto toccante in quanto la protagonista è riuscita a mettersi a nudo raccontando la storia degli anni più difficili della sua vita ovvero l'adolescenza a seguito della morte di suo padre e di come il cibo fosse il suo unico modo per colmare questa sua mancanza.
    Questa lettura, inoltre, mi ha colpita perché Giulia potrebbe essere una qualsiasi ragazza o ragazzo della nostra età e quindi questa storia è molto più vicina di quanto possiamo pensare.

    "Mi allargo con la stessa velocità con la quale si allarga il dolore della mancanza; io e il dolore cresciamo in una contorta armonia"(pag. 54)
    Questa frase mi ha colpita perché riflette sull'espansione personale e quella del dolore emotivo che vanno di pari passo. Inoltre l'autrice scrive "in una contorta armonia" che fa comprendere come nonostante sia dolorosa questa "espansione" c'è una connessione tra lei stessa e l'esperienza del dolore, invece l'aggettivo "contorta" sta a indicare che nonostante ci sia un'armonia non è facile da comprendere.
     
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    Per parlare di questo libro parto da una citazione “ Ho cercato di arrivare al limite per poi esplodere e raccogliermi, rimettermi insieme, amarmi dopo essermi odiata allo sfinimento” (pag.144).
    “Balena” tratta di un argomento che oggi spesso viene evitato per paura di offendere e ferire, mentre in queste pagine viene messa da parte questa paura e con parole vere e schiette trasmette molto. La cosa che più mi è piaciuta è la capacità della scrittrice di raccontare momenti di vita così tragici per lei (la morte del padre, il bullismo, il suo rapporto con il corpo e il cibo) in modo quasi naturale, lasciando non solo parole ma qualcosa di più. A mio avviso Balena non è solo il racconto di Giulia Muscatelli, ma è la voce di tutte quelle persone che non si sono ritrovate nel loro corpo e che avrebbero voluto essere altrove.
     
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    Il commento di Nicole tocca un tema letterario suggestivo, quello del doppio, che qui assume una connotazione dolorosa: "le cicatrici rimangono su di noi per tutta la vita ricordandoci sempre un periodo buio". Questa osservazione mi ha fatto venire in mente un'altra citazione:

    “Mi capita ancora di piangere per la ragazzina che sono stata.” (p. 59)

    Mi ha colpito questa pagina in cui Giulia, ormai adulta, pur ricevendo apprezzamenti per il proprio aspetto, non può fare a meno di rivivere con intensità il periodo in cui il suo corpo era contemporaneamente causa ed effetto della sua sofferenza.
    Anche se ormai so che lo stereotipo della giovinezza spensierata e felice non ha fondamento nella realtà di nessun’epoca, mi spiace sempre doverlo constatare. Forse solo una notevole distanza da quel momento della nostra vita ci consente di contemplarlo in modo più distaccato e sereno; meglio ancora se lo si può fare con accanto qualcuno con cui possiamo condividere quei ricordi, come ci dice Maria Luisa Spaziani:

    Nei miei vent'anni non ero felice
    e non vorrei che il tempo s'invertisse.
    Un salice d'argento mi consolava a volte,
    a volte ci riusciva con presagi e promesse.

    Nessuno dice mai quant'è difficile
    la giovinezza. Giunti in cima al cammino
    teneramente la guardiamo. In due,
    forse la prima volta.
     
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    "Ce l'abbiamo tutte la fame. Ma qualcuna di noi la conosce meglio di altre. E' ancestrale, è la mancanza di ascolto, di cura e di amore, non soltanto la nostra ma quella di tutte le donne che popolano questo mondo. E' sinonimo di desiderio la nostra fame, e a volte è persino fame di desiderio perché non sempre siamo libere di desiderare. La mia non è mai passata, è rimasta impigliata ai ricordi".
    Questa riflessione, che vuole indagare più in profondità le motivazioni e le cause, accostandole ad un punto di vista comune con l'intento di avvicinare la narrazione al singolo lettore, è molto utile a comprendere la realtà emotiva che si cela dietro un tema considerato quasi tabù: sto parlando dei disturbi alimentari, dell'obesità, della bassa autostima, ma anche di un'infinità di altre dinamiche adolescenziali, tutte diffusissime ma spesso viste con distacco, vergogna.

    Leggendo il romanzo ho notato quanta lucidità l'autrice abbia avuto nel descrivere un periodo così intenso, difficile e ormai lontano, e mi sono chiesta più volte: "Io sarei mai in grado di riflettere in questo modo, e con questo coraggio, soprattutto, riguardo una vicenda di un simile peso?"
    Una risposta non ho ancora voluto darla, ma ho ringraziato col pensiero l'autrice per aver diffuso delle parole così intense e veritiere, portando alla luce una realtà che molti, soprattutto alla mia età, si trovano ad affrontare, spesso senza neanche comprenderla fino in fondo, incapaci di guardarsi dentro.

    Melissa Vercelli 3B scientifico
     
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    Sono pienamente d'accordo con tutto ciò che è stato detto finora perché Giulia Muscatelli è riuscita a far comprendere ad ogni suo lettore il messaggio principale, delicato quanto profondo.

    Volevo aggiungere, inoltre, una riflessione partendo da questa frase "Credevo che mio padre volesse tenermi lontana dai chili in eccesso per una pura ragione di salute, ma presto ho capito che il peso che voleva evitarmi non era quello di un corpo grande bensì quello della società che quel corpo lo giudica". Infatti, il padre della protagonista cercava di allontanare ogni dolore da sua figlia per impedire che la società potesse divorarla come lei faceva con le Amica Chips.
     
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    <<il coraggio di mostrarsi come si è che tanto viene celebrato non fa altro che sottolineare il senso di inadeguatezza: se chiami audacia il fatto che qualcuno indossi la minigonna anche se pesa 80, 100, 130 chili, allora stai comunque vagliando quel corpo, lo stai etichettando perché, se c'è bisogno di tutto quel coraggio per palesarsi al mondo, significa che il mondo quel corpo non lo considera accettabile.>> (pag. 58)
    Non mi ero mai posta questa riflessione, fino a quando non ho letto questa frase, perché è proprio vero quello che l'autrice scrive. Per mostrarsi con una minigonna o maglietta un po' più corta anche se pesi 80, 100, o 130 chili, non bisognerebbe avere coraggio, dovrebbe essere normale; perché, come dice l'autrice, se si ha bisogno di tanto coraggio per mostrare il proprio corpo vuol dire che quel corpo il mondo non lo ritiene ancora accettabile.
    Cecilia Bianco 3^ASU
     
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    "Balena" secondo me è un libro che presenta molto bene tutte le problematiche relative al cambiamento del proprio corpo e al modo in cui le parole possono segnare una persona. Ho apprezzato che la storia fosse autobiografica in quanto questo rendeva il racconto molto preciso e dettagliato. Di questo libro mi è piaciuto il modo in cui la protagonista interagiva con gli altri personaggi. In particolare mi sono piaciuti i genitori e il modo in cui si approcciavano a Giulia poiché il loro ruolo e i loro interventi sono stati fondamentali per lo sviluppo della storia. Ho trovato interessanti anche le compagne di classe di Giulia che fanno riflettere su quanto le parole abbiano un peso. Questo libro ha affrontato in poche pagine temi molto importanti come: il cambiamento del proprio corpo, il bullismo, i problemi con il cibo, la morte e tanti alti che secondo me sono stati approfonditi in maniera abbastanza dettagliata.
    Questo racconto mi ha ricordato molto un altro libro che ho letto di recente ovvero "Non superare le dosi consigliate" di Costanza Rizzacasa D'Orsogna che affronta temi simili e quindi mi sento di consigliarlo a chi è interessato nell'approfondimento degli argomenti trattati in questo libro.
    Matilde Viola Braccini 3^AU
     
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84 replies since 11/1/2024, 16:03   2479 views
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