"Brucio" di C. Frascella

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    Qualcuno di noi oggi ha evocato Svevo, ma dopo il commento di Camilla sulle apparenze, è d'obbligo anche un richiamo a Pirandello...

    Pirandello... le maschere... la maschera gialla da sub... vorrà dire qualcosa?
     
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  2. Camilla Bove
     
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    In effetti, soprattutto la prima parte del libro mi ha fatto venire in mente, seppur alla lontana, gli scritti di Pirandello.
    Anche la considerazione sull'ombra, che è già stata ricordata in precedenza, mi ha fatto venire in mente un passo de "Il fu Mattia Pascal", in cui si fa, con le dovute differenze, un ragionamento simile.
     
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    Immergendosi nella profondità dell'acqua, lontano dai giudizi e soprattutto dalla loro "trappola", Tommy ritrova fiducia: "Non ho più freddo, sto bene qui, mi sento al riparo da tutto; nessuno può venire qua sotto a parlarmi, a dirmi cosa devo fare , a giudicarmi... nè sensi di colpa, nostalgie, ansia per tutto quello che verrà". E poi c'è lei"

    Edited by Cristina Enria - 16/4/2020, 19:58
     
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    Trovo molto bella la figura di Tommy che partendo dall'autocommiserazione e dal rinchiudersi in se stesso trova la forza, grazie anche a Sally, di riscattarsi, di lottare per far emergere la verità e soprattutto di dare un messaggio di speranza nel futuro.
    L'aiutare Sally e l'amore gli fanno ritrovare il coraggio e la voglia di vivere.
    Forse è l'amore la chiave di tutto?
     
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    Credo anche io che in questo libro, per volontà dell'autore, sia rappresentata una vicenda "estrema" che si complica ancora di più durante il romanzo. Seppur questa situazione sia lontana dalla nostra "normale" quotidianità ritengo offra molti spunti di riflessione: ci trasporta nell'inferno quotidiano di ragazzi come Tommy, un inferno al quale forse non avevamo mai pensato prima o che sicuramente non avevamo mai visto così nel profondo. Credo però che ci faccia anche riflettere sulla nostra vita: se da un lato possiamo capire l'atteggiamento violento, o perlomeno aggressivo, di Tommy, dall'altro non possiamo giustificarlo totalmente dato che il suo essere scostante lo allontana anche da chi vorrebbe aiutarlo, come la famiglia Cotta. Forse anche noi nelle nostre vite "normali" dovremmo cercare un equilibrio che ci permetta di non nascondere il dolore, ma allo stesso tempo di far sì che esso non pregiudichi il nostro futuro. Forse è un nostro "dovere" essere migliori delle sofferenze che abbiamo passato e non lasciar loro il potere di trasformarci ed incattivirci.
     
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    Aggiungo che, durante la lettura delle tristi pagine in cui Tommy va a scuola e viene deriso e maltrattato da tutti, mi ha confortato pensare che forse nella nostra scuola sarebbe stato diverso: credo, e spero, che un ipotetico Tommy avrebbe trovato sorrisi sinceri (come ha scritto la prof. Marchisio) e braccia pronte ad accoglierlo sia da parte dei compagni sia dei professori e del personale scolastico.
     
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    "Brucio": il titolo descrive Tommy alla perfezione. Un ragazzo arso dentro dal dolore, dalla solitudine, dalla cattiveria di chi lo definisce "...un poco di buono, un delinquente, un ladro, un potenziale omicida". Mai parole furono più sbagliate. Questo libro mi ha insegnato a cercare di capire a fondo le persone, a non fermarmi alle apparenze e a giudicare solo i fatti. La lezione più preziosa, tuttavia, mi è sembrata essere la continua voglia di mettersi in gioco, di provare a divertirsi e ad innamorarsi nonostante tutte le brutture in cui ci si imbatte nella vita.

    Beatrice Quaranta
     
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    Faccio ancora una volta il punto sulla situazione, dopo un bel pomeriggio di dialogo intenso...
    Siamo partiti dal terribile contesto in cui si sviluppa la storia, ma a poco a poco abbiamo messo a fuoco la figura del protagonista. Gli ultimi commenti di oggi sono per Tommy, osservato con equilibrio, ma anche con innegabile empatia: saremmo pronti a dimostrargliela, se si iscrivesse alla nostra scuola!
    E, pur con i suoi scatti impulsivi e non sempre giustificati, ci insegna a rialzarci, a non soccombere alla cattiveria, ad innamorarci nonostante tutto.
    Adesso è tardi, ma mi dispiacerebbe che ci dimenticassimo di Sally...
    "Poi rimaniamo stretti, le nostre sagome galleggiano nella luce sulla parete, e lì siamo grandi, qui piccoli, non c'è un nome per quello che sento. La notte gira come una giostra appena chiudo le palpebre" (p. 282)
     
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  9. Rafti rachele
     
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    Il libro mette in evidenza un grande difetto della società: il pregiudizio. L' autore ci mostra che le persone giudicano gli altri individui in base a diversi criteri. Il primo è l' aspetto fisico: Tommy è rimasto sfigurato da un incendio ed il suo volto, ora, è tempestato da cicatrici, e di conseguenza, viene schernito ed evitato non solo dai suoi coetanei , ma anche dagli adulti, nel libro ,infatti , viene definito da diversi personaggi ,più volte, "mostro" . La sua vicenda sembra un po' ricordare quella della Creatura nel celebre romanzo "Frankenstein" della scrittrice Mary Shelley. In secondo luogo la società tende a giudicare anche in base al passato di una persona: questo è l' esempio di Sally, la quale proviene da un passato pieno di dolore e tristezza, per cui, secondo me, è diventata sempre più timida e chiusa nel suo mondo. Tommy e Sally sembrano davvero molto simili, entrambi sono ripudiati a causa delle proprie cicatrici, evidenti, nel caso di Tommy, e nascoste nel caso di Sally. Penso che è forse stato il giudizio delle persone che ha poi determinato la scelta di scappare dei due personaggi: entrambi, infatti, hanno pensato di andarsene, forse in cerca di ritrovare la loro vera essenza, nascosta dietro ai pregiudizi che la gente aveva su di loro
     
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  10. Alessandra Gerbaudo
     
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    CITAZIONE (Gianfranco Bosio @ 16/4/2020, 15:02) 
    Sono passate da poco le 14.30, mentre scrivo.
    Se non ci fosse il coronavirus, saremmo insieme a scuola, a parlare del romanzo "Brucio" guardandoci negli occhi, magari masticando una caramella. Ho un po' di nostalgia, ma so che ci siete e vi farete sentire.
    Se non ci fosse il coronavirus, sarebbe ancora fra noi Luis Sepulveda, mancato poche ore fa. Credo sia doveroso che il "Circolo dei Lettori creativi" renda omaggio a uno scrittore che, nonostante sia stato protagonista di pagine drammatiche della Storia del Novecento, ha saputo parlare con garbo e semplicità ai grandi come ai piccoli, che tanto hanno apprezzato le sue favole.
    Il migliore omaggio che possiamo fare ad uno scrittore è leggerlo: quando torneremo a scuola, prenderemo in prestito alla biblioteca d'istituto il suo "Il vecchio che leggeva romanzi d'amore". Quando sceglieremo i libri per la stagione 2020-2021 del nostro Circolo, un posto sarà per lui.
     
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    Arrivo ad esprimere il mio pensiero con un giorno di ritardo ma spero non sia un problema.
    Il fuoco che ha distrutto la vita di Tommy e il dolore lacerante che pervade il libro hanno bruciato un po' anche me. Le fiamme e la distruzione ad esse connessa mi hanno ricordato il libro intitolato "Tanti piccoli fuochi" che l'anno scorso era stato protagonista di un incontro del nostro circolo. Ancora una volta, mi sono ritrovata a riflettere sulle fragilità e sulle sofferenze umane. Mi sono anche chiesta, però, se di fronte ad un ragazzo come Tommy io sarei stata in grado di andare oltre le apparenze e di provare un affetto sincero verso la totalità della sua persona, spigoli compresi. Nonostante il comportamento delle persone che lo circondano sia piuttosto scorretto, infatti, i pregiudizi sono insiti in ognuno di noi e il dolore degli altri è sempre molto complicato da comprendere ed affrontare, tanto più quando si manifesta con gli atteggiamenti scontrosi propri di Tommy.
    Immaginandomi invece al posto del protagonista e di Sally, mi sono chiesta se io sarei in grado di portare dei tali macigni nel cuore. Siamo a pochi metri da Morbelli, accanto a tutta quella morte cerchiamo ancora la vita. La grandezza umana è, forse, proprio questo: la speranza di una luce anche nel buio più profondo.
     
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    Bentrovati,
    rispondendo alla domanda postami da alcuni Lettori, comunico che il forum resta aperto, per la lettura e, soprattutto, la scrittura di tutti coloro che desiderano partecipare a questo dialogo a più voci. Dunque, Elisa, non sei affatto in ritardo!
    Raccolgo le idee emerse negli ultimi commenti. Rachele ed Elisa tornano sul pregiudizio, e ne mostrano l'essenza di vera e propria piaga sociale: i nostri sguardi, le nostre parole feriscono, schiacciano chiunque, specie chi è più fragile, magari definendolo "mostro". Elisa fa una sincera autocritica, ma forse ognuno di noi potrebbe riconoscersi nelle sue parole.
    Vedo con piacere che il libro continua a richiamare altri vostri, e nostri, libri: il circolo dei lettori innesca il circolo (virtuoso) delle letture! Ricordo anch'io un libro letto col Circolo qualche anno fa: "Il seggio vacante", libro poco noto della notissima J.K. Rowling (sì, proprio la "mamma" di Harry Potter!). Il libro è ambientato in un ridente paesino della provincia inglese, che a poco a poco si rivela un nido di serpenti: dietro l'apparente benessere, si scoprono pregiudizi, odio, rancore. Figli contro padri, anziani contro giovani, famiglie contro famiglie, "stranieri" contro "gente del posto": un affresco inquietante, che mostra l'infondatezza del mito della provincia tranquilla e a misura d'uomo. Sembra che non sia cosi, né a Pagford, né in provincia di Asti...
     
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    Dedichiamo uno sguardo alla "gabbianella" Sally, come felicemente l'ha definita la collega Paola Veneri?

    "La riconosco in un attimo: è la ragazza che ho visto al centro commerciale, ferma a guardare senza guardarlo il film dell'incendio con lieto fine in un televisore HD troppo costoso. I capelli corti e biondi che sembrano l'unico vero punto luce di tutta l'aula. Non mi aveva mai guardato allora e non lo fa nemmeno adesso. Forse non guarda mai niente, ma quello che decide di vedere è più importante di ogni altra cosa" (p. 63)
     
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    Sally mi è sembrata un'anima tormentata, inaccessibile e le pagine che parlano di lei mi hanno fatto sentire... destabilizzata. Forse le parole che meglio la descrivono sono quelle che Vasco utilizza nell'omonima canzone. Alla fine del brano, poi, quest'ultimo dice che Forse qualcosa s'è salvato, forse davvero non è stato poi tutto sbagliato e in effetti la nostra "gabbianella" spicca il volo al fianco di Tommy...
     
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    Il passato di Sally è indubbiamente simile a quello di Tommy: seppur in modo diverso entrambi hanno, infatti, provato dolore e ciò permette a questi due personaggi di capirsi e di “curarsi” a vicenda. Dalla descrizione dell’autore, Sally mi è sembrata una ragazza “fuggitiva” e, anche questo aspetto, l’accomuna al protagonista… la fuga di Tommy è fisica e consiste nel continuo trasferimento di città in città e di famiglia in famiglia, mentre quella di Sally è piuttosto legata all’immaginazione. Ciò che mi ha colpito di Sally è la sua “lontananza” dal fuoco: all’inizio del romanzo Tommy afferma “l’inferno non è solo in fondo alla terra, ma anche negli occhi di certe persone” e queste “fiamme infernali” il protagonista non le ha certo ritrovate negli occhi di Sally.
     
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