"Brucio" di C. Frascella

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    I libri chiamano altri libri: il commento di Cristina mi ha fatto scoprire una poetessa poco nota, a causa della sua riservatezza, ma di valore ormai riconosciuto: Margherita Guidacci. Ieri sera ho letto alcune sue poesie in rete. Ve ne propongo una, che mi sembra la traduzione poetica del percorso esistenziale di Tommy e Sally, e forse anche di qualcuno di noi. Si intitola, semplicemente, "Dal dolore alla gioia".

    Il dolore
    era piombo e pietra e mi chiudeva in me stessa.
    Ogni giorno una nuova cerchia di mura,
    un nuovo giro di catene.

    Ma la gioia
    mi dilata ora dal centro del cuore
    fino agli orli vibranti del mio essere –
    leggera come un fiore che apra i suoi petali…
    No, più leggera. Io sono spazio e luce.
    Sono il crocevia di liberi venti.

    Edited by Gianfranco Bosio - 22/4/2020, 12:01
     
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    Mi ha molto colpito il commento dell'autore in cui diceva sostanzialmente che era Tommy a percepire gli ambienti e le persone ( non tutte) come nemici.
    La riflessione è la seguente. quanto i nostri sentimenti (di gioia, di dolore....) derivano dalle circostanze esterne e quanto sono generati da noi stessi in noi stessi?
    Credo fondamentalmente che tutto dipenda da noi e che quindi in ognuno di noi ci sia sempre e comunque la possibilità di modificare, se non il corso della propria vita, sicuramente la sua qualità.
     
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    La Giornata Mondiale del Libro ricorre in tutto il mondo il 23 aprile. Direi che oggi potremmo festeggiare anche noi.
    Ho letto con attenzione e apprezzato tutti i vostri interventi. Riprendo ciò che è stato scritto nell'ultimo commento, che condivido pienamente; in questo periodo precise e imprescindibili regole scandiscono il corso della nostra vita, la cui qualità è determinata anche dalle nostre letture.
     
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    La domanda di Paola è molto significativa, non solo per una valutazione del messaggio del romanzo, ma soprattutto per la vita di ciascuno di noi. Frascella ci ha detto che è l’occhio di Tommy che crea “il nemico”, ed essendo questa l’interpretazione dell’autore, è senz’altro “vera”, almeno nelle sue intenzioni. E’ innegabile, tuttavia, che l’ambiente esterno, il contesto o i contesti in cui Tommy ha vissuto, abbiano segnato – ferito – la sua personalità. Ricordate i primi commenti del nostro forum, che subito hanno sottolineato, nel racconto, il ruolo negativo delle istituzioni, compresa quella scolastica? Chi subisce violenza, ripetuta violenza, si chiude e si difende aggredendo “il nemico”, e può arrivare al punto di non saper vedere più alcun “amico”, e dunque rischia di non sapersi più vedere se non come “vittima”.
    Con questo voglio dire che lo sguardo di Tommy – lo sguardo di ciascuno di noi – sul mondo e su di sé non può non essere influenzato dal contesto, dalle esperienze. Per tornare alla domanda di Paola, credo che sia confortante pensare che ciascuno abbia la possibilità di modificare in meglio la propria vita, ma penso che non tutti, purtroppo, vivano in un contesto e abbiano / abbiano avuto esperienze che confermino loro questa possibilità.
    Sono pessimista? Forse sì, ma vorrei che fosse un pessimismo attivo. Il nostro sguardo sul mondo è dato dal nostro carattere, dal contesto, dalle nostre esperienze, ma anche dagli strumenti che possediamo, per guardarlo e per capirlo. Se Tommy avesse incontrato un “genitore temporaneo” efficace, un insegnante capace di motivarlo e di aiutarlo a comprendere e ad affrontare la propria situazione, un amico che lo sostenesse in questo suo percorso, non avrebbe avuto prima uno sguardo diverso? Io credo che le istituzioni formative siano tali, quando danno ai bambini, ai ragazzi, ai giovani, strumenti via via più sofisticati per leggere la realtà e scrivere la propria vita. Le conoscenze, certamente, e poi la capacità di capire e valutare ciò che vedono – il famoso spirito critico…– e poi la capacità di comunicare il proprio punto di vista e di comprendere quello degli altri. Se mi sento in grado di guardare, capire, esprimermi, non sarò più sicuro delle mie possibilità? Allora, sì, potrò avere fiducia in me stesso, potrò pensare di poter cambiare in meglio la mia vita. Qui entra in gioco la componente “attiva”: noi adulti, genitori, educatori, insegnanti possiamo attivarci per cercare di dare davvero a tutti i giovani strumenti, motivazione, fiducia, per aiutarli a riaccendere sguardi spenti.
    Ancora una cosa: talvolta, purtroppo, i mezzi che mancano per la realizzazione della propria vita non sono solo culturali, ma anche materiali, economici: non dimentichiamoci che chi non può avere un PC, chi non può avere libri, non può leggere, non può imparare a guardare se stesso e il mondo. Ora, purtroppo a scuola non possiamo eliminare se non in piccola parte l’ostacolo apparentemente insormontabile della disuguaglianza e dell’ingiustizia sociale. Però a scuola possiamo contribuire ad alimentare nei giovani il valore della solidarietà, non solo per dare un aiuto concreto oggi, ma soprattutto – e penso proprio ad una scuola come la nostra – per favorire la formazione di giovani che abbiano uno sguardo solidale sulla società, e che crescendo, ed interessandosi alla res publica (la salute, l’ambiente, la politica, l’economia) con il loro servizio o la loro professione, provino ad amministrarla con lungimiranza solidale e non con egoistica miopia.
    Non sappiamo come siano proseguite le vite di Tommy, Sally e Andrea, ma sappiamo che la loro esistenza si è riaccesa: sarebbe stato così, se non si fossero reciprocamente sostenuti?
     
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    La cosa più simile che ho rispetto a un altro essere vivente è la mia ombra ,che incrocia le altre sull'asfalto,sulla sabbia,sulla ghiaia,negli androni,ovunque;e quelle altre non la scansano.Non ne hanno paura.Non provano ribrezzo.
    Se fossi soltanto un'ombra!
     
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  6. Marta Di Tano
     
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    "Penso: "Nessuno conosce nessuno". C'è una parete invisibile che separa ogni essere vivente dall'altro. Nemmeno le tempeste lo infrangono."
     
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    Annientamento di sé, percezione dell'isolamento: Giulia e Marta ci riportano al lato oscuro di Tommy, che evidentemente le ha colpite, ma non ci hanno spiegato perché...
     
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    La citazione riportata da Marta mi ha molto colpita perché l’ho sentita vicina: oltre ad adattarsi ai due protagonisti del libro, può essere applicata anche al mondo reale. Penso infatti che per quanto si possa conoscere una persona, non si riuscirà mai ad intendere ogni sua sfaccettatura, nonostante la convinzione di sapere ogni cosa di lei. Sono dell’idea che ogni persona sia da scoprire, e che anche una nostra amica o amico di lunga data non smetteranno mai di stupirci: ogni giorno sarà una sorpresa.
    Sally e Tommy si sono avvicinati sin da subito e innamorati nonostante il poco tempo trascorso insieme...
    Sally è quella che si è aperta sin da subito e che ha visto in Tommy una colonna su cui appoggiarsi...nel corso del racconto entrambi avranno modo di conoscere l'altro, ma anche se stessi e le proprie fragilità... in tutto questo dolore sono riusciti ad affrontare insieme le difficoltà e ad uscirne, a costo di rischiare la morte per amore.
     
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    Giulia, nel suo ultimo commento, ci conferma che il lettore “creativo” scopre nei libri un po’ di se stesso, qualcosa della propria esperienza, che lo scrittore ha saputo evidenziare con la propria arte, portando a livello di consapevolezza la percezione dei lettori. E’ la conferma che le narrazioni ci parlano di noi, della nostra vita, e così, forse, si spiega perché le “visite” al forum da parte dei Lettori siano tuttora costanti, anche a distanza di un mese dalla sua apertura. Sono contento di constatare che alcuni di noi – a quanto pare – nei loro momenti liberi fanno ancora una capatina in questa “piazza” in cui si parla di un libro, per leggere o rileggere citazioni e commenti, per soffermarsi ancora un po’ sul senso della storia che abbiamo letto insieme.
    Magari in futuro, per qualche strano gioco della memoria, ci ricorderemo di questo libro, e lo assoceremo ad un periodo strano e difficile della nostra vita, o forse ad una fase in cui abbiamo avuto più tempo del solito per leggere, per riflettere, per ri-conoscere la nostra famiglia.
    A proposito di famiglia, abbiamo incominciato la nostra discussione rilevando come essa, nel romanzo, sia presentata in modo problematico; ma nei propri ricordi, Tommy ne conserva un’immagine ben diversa, che vorrei riprendere qui con voi:
    “Rivedo mio padre in pigiama, un libro giallo in mano e la pipa spenta in bocca, che saluta tutti con un sorriso prima di mettersi a letto. E mia madre, in vestaglia, i capelli in disordine, che esce da qui per venirci a svegliare (…) E le sere in cui avevo paura per la troppa cupezza del buio fuori, e andavo da loro, e non dovevo nemmeno chiedere: mi facevano largo tra i loro corpi caldi, mi sembrava di infilarmi nel paradiso – il bambino più protetto del mondo” (p. 258)
    E’ l’immagine di una famiglia modesta, ma affettuosa e protettiva, e in questo bel quadro non manca la presenza di un libro.



    P.S.
    A proposito di libri, ieri, 14 maggio, è stato aperto il Salone del Libro di Torino, in edizione virtuale. Certo, non è come vedere, ascoltare, sfogliare e leggere in presenza, ma gli appuntamenti via web sono interessanti e… non c’è bisogno del biglietto! Informazioni su: www.salonelibro.it
     
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68 replies since 14/4/2020, 10:30   1788 views
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