"Il silenzio della collina"

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    Il silenzio della collina

    Il silenzio della collina di Alessandro Perissinotto



    Buongiorno a tutti,
    e bentornati nel forum del Circolo dei Lettori creativi!
    Come sempre, ci prepariamo a condividere le suggestioni nate dalla lettura del romanzo che abbiamo scelto insieme. Il libro è senza dubbio molto ricco di sollecitazioni, a partire dalla personalità di Domenico Boschis (a proposito: chissà perché non ci viene mai detto il suo nome d’arte…), al suo complesso rapporto col padre; dal “silenzioso” paesaggio collinare, ai numerosi riferimenti letterari, tra cui quelli agli autori che hanno contribuito a dare fama internazionale alle Langhe. Rispetto ad altri libri, però, qui l’attenzione del lettore non è attratta solo dal testo, ma anche dal contesto a cui la narrazione si ispira, che costringe il lettore a riflettere su una vicenda vera, tragica e tragicamente attuale: “ragazze rapite, segregate in cantina, rinchiuse in carceri domestiche a scontare la colpa di essere donne. E non solo a Cleveland o in Belgio o in Austria; tutto quello era accaduto lì, nelle Langhe, nel 1968”.

    Ora lascio spazio ai Lettori, concludendo con una citazione che mi è stata segnalata dalla collega e scrittrice Isabella Garavagno; appartiene ad Alberto Manguel, scrittore argentino contemporaneo, e parla proprio di noi: “Finché lo scrittore rimane presente, il testo rimane incompleto. Solo quando lo scrittore lo abbandona, il testo assume un’esistenza propria, un’esistenza silenziosa, fino al momento in cui un lettore lo legge. Solo quando un occhio si posa sul testo, esso assume una vita attiva. Ogni scrittura dipende dalla benevolenza del lettore”

    Edited by Eros Ravera - 19/4/2021, 18:51
     
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  2. GiorgiaDotta
     
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    Di questo libro mu ha colpito la frase "Non posso ma vorrei.Vorrei prendermi un rischio, una volta nella vita.Fare una cazzata,avere qualcosa di cui pentirmi"
     
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  3. Gaia marengo
     
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    Questo romanzo mi è piaciuto molto, è interessante ma al tempo stesso ha lasciato dentro di me un senso di tristezza e angoscia.
    La storia è ambientata nelle Langhe, in Piemonte, e la vicenda tratta un argomento importante: la donna. Questo libro ha portato alla luce la violenza e l'assenza di rispetto verso il genere femminile del seicento. Perissinotto tratta di un secondo tema importante: il rapporto padre-figlio e a riguardo sono possibili evenutuali collegamenti e confronti con il rapporto odierno padre-figlio.
    La narrazione è basata su una storia vera e per questo motivo è molto deprimente, ma consiglierei questo libro ad amici e parenti.
     
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    "Il silenzio delle collina" ha colpito molto la mia sensibilità femminile, in quanto affronta una tematica ancora molto presente ai giorni nostri e che mette la donna al centro dell'attenzione, purtroppo non per meriti particolari o capacità, ma per fatti di cronaca che la vedono spesso protagonista di violenze e discriminazioni da parte degli uomini. Come si evince nella lettura del libro, Maria Teresa è una giovanissima ragazza di soli 13 anni che, malgrado la sua tenera età, ha subito violenze da parti di uomini che, in qualità di adulti, avrebbero dovuto proteggerla e assolutamente non considerarla come un oggetto da "usare" e di loro esclusiva proprietà. Nessuno di loro ha minimamente pensato al suo essere persona, ma hanno esternato solamente la loro brutalità animalesca, abusando di lei e conducendola verso una morte annunciata. Di peggio c'è solo l'ignoranza che emerge a seguito della morte della piccola Maria Teresa da parte della gente, la quale giunge, addirittura, ad additare la povera ragazzina come essere lei una poco di buono, come se la colpa di tutto quello che le era successo, fosse totalmente a suo carico. Nessuna pietà viene espressa verso Maria Teresa come se tutti i capi di accusa fossero contro di lei.
     
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    all'inizio questo libro non mi prendeva, lo trovavo perfino noioso. Poi però, mi sono ricreduta verso la metà della lettura, quando iniziavano a crescere le domande su questa ragazza scomparsa. Alla fine devo dire che è stato un bel libro nonostante sia diverso dal mio genere, perché tratta di argomenti comuni e molto vicini a tutti noi, nonostante la maggior parte delle volte noi non ci facciamo caso. Molte frasi mi hanno colpita, in particolare a pagina 101 ''Le donne sono bestie...se le picchiate intesta sentono'' che è al centro della tematica affrontata nel libro. Infatti le donne sono viste in senso molto dispregiativo, sottovalutate e soprattutto maltrattate. La figura di Domenico inoltre mi è piaciuta molto, perché non si è arreso nel scoprire la verità neanche quando nessuno era disposto ad aiutarlo.
     
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    Personalmente ho trovato il libro molto bello e diverso dal solito. In particolar modo ho amato alcune frasi:
    a pag. 244 "E' ...uono ...erché me lo hai dato tu". Sono le parole che il padre di Domenico dice al figlio nel momento finale della lettura. Mi hanno colpito perché non me le sarei mai aspettate da lui, descritto dallo stesso figlio come un uomo scorbutico, poco amorevole e solo interessato a sé stesso e alla sua vigna; qui, invece, traspare tutta la sua paternità, quell'amore innato che ogni genitore ha per il proprio bambino. Nonostante siano poche semplici parole, infatti, emerge subito la loro importanza.
    A pag. 85 "Non sappiamo e non sapremo mai cosa succede nella testa di chi sta morendo"; questa frase mi ha particolarmente colpito per il modo schietto in cui è stata pronunciata: in fin dei conti è proprio così, non possiamo conoscere in prima persona cosa pensa un uomo in fin di vita, non possiamo conoscere a pieno i suoi sentimenti, nemmeno se ci provassimo costantemente, possiamo solo fargli compagnia e fare dei loro giorni rimasti qualcosa di meraviglioso.
    Infine, mi è molto piaciuta la frase "I sogni non hanno denominazione di origine controllata" (pagina 112), perché mi ha portato a riflettere su cosa sono i sogni: pura immaginazione di ciò che potremmo essere, fare o avere, sono senza limiti o barriere, noi non possiamo controllarli, sogniamo e basta e credo sia una delle peculiarità dell'uomo più rimarcabili: possiamo fare ciò che vogliamo, se ci lasciamo guidare dai nostri sogni indefiniti.
    Matilde Bove 3bl
     
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  7. Ilaria Giordano
     
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    La storia di questo romanzo è davvero molto intrigante ed avvincente, fin dalle prime pagine ero curiosa di sapere chi fosse la ragazza e il suo collegamento con il padre di Domenico. Mi ha colpito molto la descrizione iniziale della madre del protagonista che ha deciso di divorziare dal marito pochissimi anni dopo l'entrata in vigore della legge sul divorzio e per questo è stata additata da tutto il paese come una poco di buono e una svergognata. Un altro tema molto importante è il rapporto tormentato tra padre e figlio che accompagna il lettore durante tutto il libro. Nonostante questa vicenda sia davvero triste e deprimente consiglierei di leggere questo libro perché offre molti spunti di riflessione su tematiche ancora attuali.
     
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    "Il vero horror era scoprire che il Male non era condensato in una sola mente malata, non era manifestazione di un'anomalia, ma il frutto di una collaborazione razionale tra persone normali."
    Questa frase, secondo me, sottolinea un lato della natura umana che spesso si cerca di nascondere dietro una maschera, una maschera di apparenze.
    Molte volte, quando facciamo riferimento al Male, immaginiamo persone con disturbi mentali o con ossessioni particolari, quasi negando l'evidenza: il Male è intorno a chiunque e anche le persone normali possono cadere nella sua voragine. Ciascuno di noi però ha la possibilità di riscattarsi, di non essere più vittima dell'indifferenza e della corruzione, sta a noi impedire il ripetersi degli eventi.
    Concludo dicendo che questo libro offre molti spunti, per altrettante tematiche, ma soprattutto regala una panoramica attuale della realtà che spesso si cerca di dimenticare.
     
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  9. Alessia Panero
     
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    L'intero romanzo ruota attorno a una storia realmente accaduta che lo rende molto interessante. L'argomento centrale è la donna (la scomparsa di una ragazzina): tema molto attuale. Questo libro lo consiglierei a chiunque perché è molto interessante e mi è piaciuto molto.
     
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  10. Sara Olivero
     
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    Vi è una frase in particolare che mi ha colpito, un citazione:” Le cose che non si sanno non sono”. Il riassunto perfetto per descrive le dinamiche alla base di una violenza che parte da un singolo, ma che trova un conferma nel silenzio collettivo. Una violenza taciuta che finisce per non esistere, perché la parola dà vita ai fatti e li riconosce: se questa viene meno, anch’essi di conseguenza. Tutto ciò mi ha fatto venire in mente il “Mito dell’amore materno” descritto da Umberto Galimberti ne “I miti del nostro tempo”. Qui si può leggere: ”Esiste un livello sotterraneo dove tutti sanno quello che sta succedendo, ma in superficie si mantiene un atteggiamento di assoluta normalità, quasi una regola di gruppo che impegna tutti a negare ciò che esiste e si percepisce”. L’autore si riferisce più in generale a casi di violenza, abusi sessuali, alcolismo, follia, infelicità, ma il concetto alla base è sempre il diniego, diniego di ciò che succede, come nel caso della protagonista del libro. Galimberti continua poi affermando che “A colpi di negazione non c’è evoluzione…” e ciò è perfettamente in linea con i contenuti del libro letto che è ambientato in un periodo di forti cambiamenti sociali e culturali il quale, nonostante l’instabilità e il caos che pervadono le strade, vede anche le donne prendere una posizione, ribellarsi e far valere i propri diritti. Può essere quindi visto come un periodo di speranza e di evoluzione e miglioramento: è, invece, proprio in questo clima che si consuma una violenza disumana, come disumane sono le bocche sigillate di chi sa ma non parla. Mi viene ora spontaneo fare un paragone con l’attualità: spesso si parla di evoluzione in campo scientifico e di miglioramenti in ambito tecnico, ma si possono veramente vantare dei meriti di questo genere se poi essi si muovono parallelamente alle violenze, violenze di ogni tipo e in particolare quelle sulle donne che sono violenze subdole e silenziose? Sembra che lo sviluppo tecnico-scientifico sia la massima espressione dell’uomo, ma allora se la morale e l’etica non rientrano nei parametri con i quali si misura il livello di evoluzione umana, siamo, nel 2021, già troppo in ritardo nel chiederci se il nostro sguardo e le nostre energie sono rivolti dalla parte giusta oppure no.
     
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  11. Anastasia Kazimirowicz
     
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    Nonostante il libro non sia esattamente di un genere che leggo di solito, io l'ho trovato abbastanza interessante. In particolare mi ha colpita il contrasto che si nota già dall'inizio tra la vita strettamente campagnola e abituaria degli abitanti delle langhe durante l'infanzia del protagonista e la visione più "aperta" e moderna sia del protagonista e dei suoi vecchi amici d'infanzia, sia del luogo stesso cambiato con gli anni. Anche la vicenda realmente accaduta riportata può sicuramente essere spunto di riflessioni interessanti, siccome tratta di un tema più che attuale.
     
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    Il romanzo, che tratta di una ragazza presa in ostaggio al tempo dell'Italia repubblicana, è molto toccante e ci permette di comprendere come l'uomo, nonostante lo scorrere del tempo, non abbia imparato dai suoi errori: oggigiorno, infatti, si parla continuamente di abusi su ragazze e violenze a tal punto di dover ricordare in una giornata precisa, nel mese di Novembre, tutte quelle povere donne e giovani che sono state maltrattate crudelmente. Il romanzo è, inoltre collocato nelle Langhe, quindi indubbiamente in un luogo non lontano da noi, dunque, la violenza non è solo un fatto di cronaca da intravedere in un paese sperduto e distante dal nostro, ma come un fatto vicino alle nostre case.
     
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    Buon pomeriggio a tutti! Questo libro mi è piaciuto in maniera particolare, perchè ho sentito il protagonista molto vicino al mio quotidiano e ho capito le sue esigenze. I paesaggi descritti, a pochi chilometri dalla nostra realtà, inoltre, mi hanno permesso di immedesimarmi profondamente nell'atmosfera del romanzo. Gli accenni ai vari autori della letteratura, che stiamo affrontando in classe, mi hanno fatto apprezzare ancora di più questa storia apparentemente lineare, ma ricca di colpi di scena e mai banale. Lo scrittore, poi, a mio parere, è riuscito a rendere in modo molto realistico e umano il sentimento tra lui e il padre, un rapporto denso di emozioni e in grado di insegnare qualcosa a tutti noi.
     
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    Leggendo questo libro ho riflettuto molto su quanto una piccola realtà di paese possa sentirsi lontana da determinate situazioni e
    pur consapevole di non esserne veramente esente voglia nascondersi dietro alle bugie e al dimenticare. Un passo che a mio parere spiega bene ciò che intendo è questo: "Dopo, quando siamo stati più grandi, tutti hanno cercato di dimenticare. Succede"... "Maria Teresa, da quello che mi hai raccontato, era una ferita nella carne viva di quei posti".
    Mi ha inoltre colpito molto il modo in cui si sviluppa la ricerca della verità che parte proprio dalle voci di alcuni anziani in un bar ("Anche nell'epoca dello spionaggio elettronico e del furto di dati in rete, non c'era niente di più efficace, per violare la privacy, delle voci di paese").
    Ho trovato anche brillante il modo in cui l'autore tratta di temi importanti, e fondamentali per questo romanzo, come la morte, la violenza sessuale e il difficile rapporto padre-figlio che può instaurarsi.
     
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  15. Annalisa Graglia
     
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    Ho trovato il libro molto interessante, sia per via della vicenda riportata, che richiama un argomento molto attuale, sia per via della storia passata del protagonista, che lo stesso rivive tornando nel vecchio paese in cui è cresciuto e rivedendo il padre. In particolare mi ha colpito il modo in cui, anche a distanza di anni, Domenico riesce a riprendere il rapporto con gli amici di infanzia, quasi come se fosse tornato indietro nel tempo (come emerge nella citazione "...a chi ti chiede com'era stato ritrovarsi dopo tanto tempo, rispondi <<abbiamo ripreso il discorso da dove lo avevamo lasciato trent'anni fa>>"
     
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