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Grazie, Sara, per il tuo intervento articolato. Scelgo una tua frase che mi interpella;
"Trovo che “Sempre tornare” sia il libro perfetto per gli adolescenti. Mencarelli dà voce al disagio, alle paure, alla voglia di sperimentare tipica della nostra età. Questo, però, è un libro anche per adulti. Adulti che ogni tanto perdono la strada, sommersi dalle cose da fare, dalle scadenze e non si rendono conto che le sicurezze vanno abbandonate per essere ritrovate."
Alcuni incontri di Daniele mi hanno messo di fronte, come adulto, a figure che mi hanno indotto a riflettere sul mio modo di costruire la vita mia e di chi mi sta accanto. Mi riferisco, per esempio, alla coppia Gianni / Cécile, in cui il primo costringe se stesso e la compagna ad una vita senza presente e senza futuro, incurante del vuoto che ha creato intorno a sè. Davanti a questa situazione, anch'io prego con le parole di Daniele:
"Dio, non farmi diventare come Gianni. Non farmi vivere di passato, senza un grammo di presente, incapace di cogliere il dolore degli altri, semplicemente perchè imprigionato dentro al mio. Non farmi essere sicuro di tutto, come lo è lui, non per esperienza, ma solo per presunzione, dall'alto di una vita ridotta a ricordo" (p. 227)
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